Olimpiadi invernali a rischio per il turismo dolomitico

Mancano pochi mesi alle Olimpiadi Invernali, ma il turismo dolomitico è in allerta per possibili chiusure delle piste.

Meno di 250 giorni separano il mondo dall’inizio delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, eppure, mentre l’attesa cresce, una nube di inquietudine si addensa sul comprensorio Superski Dolomiti. Le possibili chiusure di ampie porzioni delle piste da sci, necessarie per garantire la sicurezza e la preparazione degli eventi olimpici, pongono interrogativi significativi su un’economia fortemente dipendente dal turismo invernale.

Il Superski Dolomiti: un pilastro economico

Con oltre 1.200 chilometri di piste e dodici aree sciistiche interconnesse, il Superski Dolomiti non è solamente un paradiso per gli appassionati di sci, ma rappresenta un motore economico fondamentale per le regioni del Trentino-Alto Adige e del Veneto. Attività come hotel, ristoranti, scuole di sci e noleggi generano un indotto che sostiene migliaia di posti di lavoro e contribuisce all’identità culturale di queste valli. Tuttavia, l’implementazione di misure di sicurezza per le Olimpiadi potrebbe limitare drasticamente l’accessibilità per i turisti, suscitando preoccupazioni tra gli operatori del settore.

Le preoccupazioni degli operatori turistici

La possibilità che intere aree vengano chiuse per settimane o mesi prima e durante i Giochi olimpici rappresenta una minaccia concreta per i turisti. Immaginate un visitatore che ha programmato una settimana di sci per affrontare il leggendario Sella Ronda, solo per scoprire all’arrivo che molte delle piste sono inaccessibili. La frustrazione e la delusione derivanti da simili situazioni potrebbero portare a cancellazioni significative, danneggiando l’immagine della destinazione e infliggendo un duro colpo all’economia locale.

Le dichiarazioni di Andy Varallo

Il presidente del Dolomiti Superski, Andy Varallo, ha espresso preoccupazione riguardo alla chiusura delle piste. «Sappiamo già che molte piste rimarranno chiuse per quasi due mesi», ha affermato Varallo. Cortina d’Ampezzo, in particolare, subirà un impatto significativo, poiché l’area delle Tofane, destinata ad ospitare le gare femminili di sci alpino, sarà off-limits per i normali sciatori. Altre zone come Val Badia, Val Gardena e Val di Fassa potrebbero subire restrizioni simili. Varallo ha chiesto ai turisti di comprendere le difficoltà che derivano da questa situazione, sottolineando come la logistica necessaria per gestire i flussi di visitatori e garantire un’esperienza positiva per chi non partecipa alle gare sarà una vera sfida.

Un’opportunità e un rischio

Le Olimpiadi rappresentano senza dubbio un’opportunità unica per promuovere il territorio a livello internazionale. Tuttavia, il rischio è che questa occasione si trasformi in un boomerang se non si trova un equilibrio tra le esigenze dell’evento e quelle del tessuto economico locale. Varallo ha espresso la speranza che le autorità competenti considerino l’implementazione di indennizzi per le perdite economiche che potrebbero derivare dalle chiusure delle piste. Un gesto del genere sarebbe non solo un riconoscimento della situazione critica, ma anche un passo verso la salvaguardia dell’industria del turismo invernale.

Conclusioni e prospettive future

Il futuro del turismo invernale dolomitico è appeso a un filo. La gestione attenta e responsabile delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina sarà cruciale per garantire che l’evento non comprometta l’economia locale. Gli operatori turistici e gli sciatori dovranno collaborare per affrontare le sfide che si presenteranno, in un contesto dove le esigenze di sicurezza e la logistica richiederanno flessibilità e comprensione. Solo così si potrà sperare di preservare l’identità e l’economia delle Dolomiti, anche in un periodo di grande cambiamento e aspettativa.

Scritto da AiAdhubMedia

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