Olimpiadi Milano-Cortina: rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici

Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: al centro di un'importante operazione antimafia per contrastare le infiltrazioni criminali.

Le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026 rappresentano un evento di grande rilevanza internazionale. L’attenzione si concentra non solo sulle competizioni sportive, ma anche sui rischi legati alla criminalità organizzata. Recenti operazioni delle autorità hanno messo in luce tentativi di infiltrazione da parte di aziende legate a gruppi mafiosi, suscitando preoccupazione tra gli organi competenti e la società civile.

Interdittive antimafia: un’operazione necessaria

Il Ministero dell’Interno ha emesso un totale di sedici interdittive nei confronti di aziende, principalmente nel settore edile, che aspiravano a ottenere appalti per la realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie per i Giochi. Questi provvedimenti, firmati dal prefetto Paolo Canaparo, sono stati adottati in seguito a prove di collegamenti con esponenti della criminalità organizzata, capaci di influenzare le scelte imprenditoriali.

Le aziende colpite e i loro legami

Le aziende interdette, per lo più con sede nel Sud Italia, avevano fatto richiesta di iscrizione nell’Anagrafe Antimafia, un passaggio obbligatorio per partecipare a gare pubbliche di questa entità. La distribuzione geografica delle imprese coinvolte è significativa: sette provengono dalla provincia di Foggia, altre due da Caserta, e ulteriori due da Catania. Questo scenario evidenzia un interesse marcato da parte di clan mafiosi, non solo della Sacra Corona Unita, ma anche di camorra e ’ndrangheta, per le opportunità economiche connesse agli eventi sportivi e alla ricostruzione post-sisma.

Un fenomeno in crescita

Con queste ultime sedici interdittive, il totale delle misure adottate nel 2025 ha raggiunto quota quaranta, un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Nel 2024 erano state vinte ventisei interdittive, mentre nel 2023 erano state diciannove. Questo trend in aumento sottolinea l’urgenza di affrontare le infiltrazioni mafiose nei grandi eventi pubblici.

Controlli e prevenzione

Oltre alle interdittive, sono stati emessi anche provvedimenti di prevenzione collaborativa, che consentono ad alcune aziende di continuare le loro attività sotto osservazione per un anno. Se non emergono ulteriori collegamenti con la criminalità organizzata, queste aziende potrebbero ottenere una liberatoria. Tuttavia, se i controlli evidenziano ulteriori tentativi di infiltrazione, le stesse aziende rischiano di essere interdette.

La vigilanza della Direzione Investigativa Antimafia

La preoccupazione per l’infiltrazione mafiosa non è nuova. Già a giugno, la Direzione Investigativa Antimafia aveva lanciato un allerta riguardo ai possibili tentativi di infiltrazione nei cantieri olimpici, evidenziando come la mafia stia cercando di sfruttare l’occasione per inserirsi nel tessuto economico legale. Numerose indagini hanno rivelato legami tra aziende edili e clan mafiosi, rendendo necessaria una sorveglianza continua.

Un caso emblematico è quello di una società edile di Milano, coinvolta in un progetto per un parcheggio interrato a Sondrio, che ha rivelato collegamenti con cosche della ’ndrangheta. La situazione è complicata ulteriormente da episodi di arresti di presunti affiliati alla mafia che cercavano di infiltrarsi nei progetti olimpici, come nel caso di Pietro Paolo Portolesi, arrestato a Milano nel 2022.

Il panorama che emerge è complesso e richiede un impegno costante da parte delle istituzioni per garantire che i fondi pubblici e gli appalti per le Olimpiadi di Milano-Cortina rimangano al di fuori dell’influenza mafiosa. La lotta contro la criminalità organizzata rappresenta una sfida cruciale non solo per la regolarità dei lavori olimpici, ma anche per la sicurezza e la legalità nel paese.





Scritto da AiAdhubMedia

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