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Con meno di cento giorni all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, fissata per il 6 febbraio 2026, l’atmosfera di attesa è caratterizzata da ansie e problematiche irrisolte. L’evento, che dovrebbe esaltare le capacità organizzative italiane, si trova ora a dover fronteggiare un panorama complesso. Le incertezze legate alle indagini giudiziarie e ai ritardi nelle opere infrastrutturali si sommano alla pressione di garantire una manifestazione di successo.
Le inchieste giudiziarie e le preoccupazioni legali
Uno dei principali motivi di apprensione è l’indagine aperta dalla Procura di Milano sulla Fondazione Milano-Cortina. Questa istituzione, creata per gestire l’organizzazione dei Giochi, è al centro di un’inchiesta che coinvolge diverse figure chiave, tra cui l’ex amministratore delegato, Vincenzo Novari. Le accuse si concentrano su presunti reati di corruzione e turbativa d’asta legati agli appalti per i servizi digitali necessari all’evento.
Il decreto ‘salva Olimpiadi’ e le sue implicazioni
Il decreto del governo Meloni, conosciuto come “salva Olimpiadi”, introduce ulteriori complessità. Questo provvedimento ha definito la Fondazione come un ente privato. Tuttavia, la Procura sostiene che la governance e le modalità operative della Fondazione la configurino come un organismo pubblico. Tale disputa legale potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della manifestazione, soprattutto in caso di pronuncia da parte della Corte Costituzionale.
Ritardi e preoccupazioni infrastrutturali
Le questioni legali si accompagnano a preoccupazioni riguardanti i ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie per i Giochi. La Corte dei Conti ha recentemente richiesto un aggiornamento sui cronoprogrammi da parte della società incaricata, Infrastrutture Milano Cortina 2025-2026 (Simico). Dei 111 interventi previsti in Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige, solo 98 sono stati completamente finanziati, mentre il 72% dei lavori stradali presenta ancora una copertura parziale.
Impatto dell’inflazione e complessità progettuali
I ritardi riscontrati nel settore sono attribuiti a diversi fattori, tra cui l’aumento dei costi delle materie prime e le difficoltà progettuali. La situazione è ulteriormente aggravata dall’inflazione post-pandemica, che ha complicato la programmazione e l’esecuzione dei lavori. All’inizio dell’anno, numerosi progetti erano ancora in fase preliminare, con pochi in cantiere, rendendo necessaria una riorganizzazione del sistema di governance.
Il futuro delle infrastrutture e l’eredità dei Giochi
Un altro punto cruciale sottolineato dalla Corte dei Conti riguarda l’eredità che le Olimpiadi dovranno lasciare al paese. È essenziale che le opere realizzate non diventino, come accaduto in passato, cattedrali nel deserto, ma rappresentino un patrimonio duraturo per il territorio. La Corte ha quindi raccomandato la pianificazione di una manutenzione adeguata degli impianti sportivi e un utilizzo sostenibile delle infrastrutture, evitando così oneri futuri per le finanze pubbliche.
A meno di tre mesi dall’evento, il panorama delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 è caratterizzato da sfide significative. Da un lato, emerge l’urgenza di risolvere le questioni legali e infrastrutturali; dall’altro, è fondamentale che l’Italia dimostri la capacità di gestire e valorizzare questo importante evento sportivo, trasformando le criticità in opportunità per il futuro.