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Contesto dell’inchiesta sulla Fondazione Milano-Cortina
Il 16 Aprile 2025, la Procura di Milano ha avanzato una richiesta di archiviazione riguardo l’inchiesta sulla Fondazione Milano-Cortina, l’ente responsabile dell’organizzazione delle Olimpiadi invernali 2026. Questa richiesta non è priva di controversie, in quanto solleva interrogativi sulla legittimità della norma governativa che definisce la natura della fondazione stessa. La questione centrale è se la Fondazione debba essere classificata come ente pubblico o privato.
La posizione della Procura
La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e il suo team hanno fatto notare che, secondo l’interpretazione fornita dal governo Meloni nel giugno 2024, la Fondazione ha una natura privatistica. Questo porterebbe a concludere che l’indagine per corruzione non possa avere sviluppi significativi. L’unico reato perseguibile in questo contesto potrebbe essere la corruzione tra privati. Tuttavia, gli inquirenti non sono d’accordo con questa lettura, sostenendo che la Fondazione è stata creata da entità pubbliche, e quindi la questione dovrebbe essere sottoposta alla Corte Costituzionale.
Indagati e accuse
Fino ad oggi, il numero degli indagati è salito a sette. Inizialmente, erano stati coinvolti tre individui: Vincenzo Novari, ex amministratore delegato della Fondazione, Massimiliano Zuco, ex dirigente, e Luca Tomassini, imprenditore legato alla società Vetreya. Novari è stato accusato di aver favorito Tomassini e Zuco in un contesto di sospetta corruzione, vista la loro lunga collaborazione.
Nuovi sviluppi nell’inchiesta
A questi tre nomi si sono successivamente aggiunti altri quattro indagati, legati a un secondo appalto tecnologico che ha visto la vittoria di Deloitte Consulting srl. Tra i nuovi indagati figurano Marco Moretti e Daniele Corvasce, dirigenti della Fondazione. Questo sviluppo mette in luce ulteriori complessità riguardo alla gestione degli appalti e alla trasparenza nelle procedure.
Le implicazioni legali e le reazioni istituzionali
La Procura ha definito l’intervento del governo come un “intervento a gamba tesa” in un’inchiesta già in corso, ritenendo che la lettura governativa della norma istitutiva della Fondazione impedisca il normale svolgimento delle indagini. L’atto istitutivo della Fondazione, che la qualifica come ente privatistico, sembra contraddire il fatto che sia stata creata tramite un capitale pubblico e finalità di interesse generale.
Intervento dell’ANAC
La questione si complica ulteriormente con l’intervento dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), che ha affermato che la Fondazione debba essere considerata un organismo di diritto pubblico. Secondo l’ANAC, i requisiti per tale classificazione sono soddisfatti, dato che il consiglio di amministrazione è nominato da entità pubbliche e la promozione dei Giochi rientra tra i compiti dello Stato.
Conclusioni e prospettive future
La situazione attuale presenta una serie di interrogativi legali e istituzionali che necessitano di risposte chiare. La decisione della Corte Costituzionale potrebbe avere un impatto significativo sull’organizzazione delle Olimpiadi e sulla gestione della Fondazione. In un contesto in cui la trasparenza e la legalità sono essenziali, la questione della natura giuridica della Fondazione Milano-Cortina rimane centrale nel dibattito pubblico.