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La mostra ‘Un magico inverno’, ospitata nelle sedi del Museo Nazionale Collezione Salce a Treviso, racconta l’evoluzione dell’inverno e del turismo montano attraverso una selezione di manifesti storici. Curata da Elisabetta Pasqualin e sviluppata da un concept di Sergio Campagnolo, l’esposizione è parte delle Olimpiadi Culturali di Milano Cortina 2026 e rimarrà aperta fino al 29 marzo 2026.
Questa rassegna si inserisce in un progetto più ampio che include anche il Museo Nazionale di Palazzo Besta a Teglio, in Valtellina. Entrambe le mostre offrono una visione unica delle trasformazioni avvenute nel corso del XX secolo, evidenziando il passaggio da un inverno di difficoltà a una stagione di sport, benessere e aggregazione sociale.
La metamorfosi dell’inverno
Fino a tempi recenti, l’inverno era considerato un periodo di sfide, caratterizzato da freddo intenso e isolamento, specialmente per le comunità montane. Nelle valli del Cadore e dello Zoldo, gli abitanti si spostavano verso la pianura in cerca di lavoro, affrontando una vita di emigrazione e precarietà. Questo passaggio rappresentava la lotta quotidiana per la sopravvivenza, in cui scambiavano lavoro e artigianato con cibo e riparo.
Dal sacrificio al turismo
Oggi, la percezione dell’inverno è cambiata radicalmente. Le montagne, un tempo temute, sono diventate simboli di avventura e benessere. La mostra esplora questa trasformazione attraverso i manifesti che celebrano lo sport invernale. Dall’introduzione dello sci alle prime competizioni, questi materiali visivi raccontano come l’inverno sia diventato sinonimo di svago e divertimento.
Manifesti storici e simbolismo
I poster della Collezione Salce rappresentano un archivio visivo dell’Italia e dell’Europa, offrendo uno spaccato della cultura e della società dal tardo Ottocento agli anni Sessanta. Questi manifesti, con i loro colori vivaci e messaggi accattivanti, tracciano l’ascesa del turismo invernale e l’emergere di una nuova identità culturale legata alla montagna.
Cortina d’Ampezzo come icona
Uno dei centri nevralgici di questa evoluzione è Cortina d’Ampezzo, che negli anni Venti e Trenta si è affermata come la capitale dello sci. Grazie a infrastrutture moderne e a una pubblicità sofisticata, Cortina ha attirato visitatori da ogni parte del mondo. I manifesti di quel periodo ritraggono sciatori eleganti e felici, contribuendo a consolidare un’immagine di lusso e avventura.
Il passaggio da un’economia agricola e mineraria a una fondata sul turismo ha avuto un impatto profondo sulla vita montana. Con l’affermarsi degli sport invernali, sono nati alberghi, stazioni sciistiche e guide alpine professionali. I manifesti non solo promuovono lo sci, ma anche altri sport come il pattinaggio e lo slittino, il tutto presentato con un linguaggio seducente e coinvolgente.
Riflessioni sul presente
Mentre ci si avvicina alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, la mostra invita a considerare il legame con la montagna. Oggi, l’inverno è una stagione complessa, simbolo di benessere e anche di fragilità ambientale. Ogni immagine evocativa porta con sé storie di resilienza e cambiamento, ricordando che il turismo deve essere sostenibile e rispettoso delle comunità locali.
La mostra ‘Un magico inverno’ non è solo una celebrazione del passato, ma un’opportunità per riflettere sul futuro. Attraverso i manifesti storici, si è invitati a esplorare l’essenza dell’inverno e il suo significato nella vita contemporanea.