Riflessioni sulla chiusura della pista olimpica di Cesana Pariol

Dalla costruzione alla chiusura: la storia della pista olimpica di Cesana Pariol.

La pista olimpica di Cesana Pariol, inaugurata in vista dei XX Giochi olimpici invernali del 2006, ha avuto un destino segnato da alti e bassi, culminando in una chiusura definitiva prevista per il 2025. Questo impianto, costato ben 110 milioni di euro, è rimasto operativo per soli sei anni, durante i quali ha ospitato eventi significativi come la Coppa del Mondo di bob e i Campionati mondiali di slittino. Ma che fine ha fatto un investimento così ingente? La sua storia è un chiaro esempio di come anche i progetti più ambiziosi possano andare a vuoto senza una gestione sostenibile.

Origini e costruzione della pista

Nella mia esperienza in Deutsche Bank, ho assistito a innumerevoli progetti che, nonostante un inizio promettente, hanno incontrato ostacoli imprevisti. La pista di Cesana Pariol non è stata un’eccezione. Il progetto iniziale prevedeva la costruzione a Beaulard, ma la presenza di terreno instabile costrinse a ripensare la location. Anche Jouvenceaux, l’alternativa proposta, si rivelò problematica a causa di amianto nelle rocce. Alla fine, fu scelta Cesana Torinese, ma non senza difficoltà.

Durante la costruzione, i ritrovamenti archeologici rallentarono i lavori, creando ulteriori preoccupazioni. La pista fu finalmente completata nel 2004, ma già nel gennaio 2005, durante gli eventi di omologazione, si verificarono gravi incidenti che sollevarono dubbi sulla sicurezza del tracciato. Nonostante le modifiche necessarie apportate nel 2005, i problemi di gestione e sicurezza si erano già insediati. Ti sei mai chiesto come possa un luogo simbolo di sport e competizione attraversare tali difficoltà?

Eventi e chiusura della pista

Le Olimpiadi del 2006 segnarono il culmine della carriera della pista, con l’Italia di Armin Zöggeler che si distinse nel slittino, mentre la Germania dominò nel bob. Tuttavia, l’eco di questi successi fu di breve durata. Già nel 2011, la pista fu chiusa a causa dei costi di gestione e delle problematiche legate all’ammoniaca necessaria per il ghiaccio. Chi lavora nel settore sa che una corretta pianificazione finanziaria è fondamentale per il successo a lungo termine di tali impianti.

Le proposte di riapertura si susseguirono, ma nessuna si concretizzò realmente. Nel 2012, si parlava di un possibile ripristino, ma il progetto non decollò, lasciando la pista in uno stato di abbandono. La situazione economica del paese e le priorità politiche hanno giocato un ruolo cruciale in questo contesto. La verità è che senza un piano chiaro e ben strutturato, anche le migliori intenzioni possono svanire nel nulla.

Implicazioni future e considerazioni finali

I numeri parlano chiaro: il costo di gestione della pista era insostenibile e il suo abbandono è stato inevitabile. Oggi, il futuro appare segnato, ma non mancano le voci che chiedono un ripristino in vista dei Giochi olimpici invernali del 2026. Tuttavia, l’assenza di un piano di gestione sostenibile e le dichiarazioni del CIO sollevano interrogativi sulla fattibilità di tale progetto. Sarebbe davvero possibile riportare in vita un impianto così problematico?

Il 30 aprile 2025 è stata annunciata la chiusura definitiva della pista, con un avvio dello smantellamento previsto per l’estate del 2026. Questo scenario ci ricorda che, nonostante le ambizioni, senza una strategia chiara e una gestione adeguata, anche i progetti più promettenti possono finire in un triste oblio. La lezione principale da trarre da questa vicenda è che gli investimenti sportivi devono sempre essere accompagnati da un’analisi approfondita e da una pianificazione strategica a lungo termine, per evitare che il denaro pubblico venga sprecato in progetti insostenibili. In un contesto come il nostro, dove la passione per lo sport è forte, è fondamentale non perdere di vista la sostenibilità economica.

Scritto da AiAdhubMedia

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