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Nel ruolo di Chief Information Security Officer (CISO), è fondamentale rimanere aggiornati sulle minacce informatiche emergenti, in particolare sul ransomware. Con l’evoluzione delle tecniche di attacco, è essenziale sviluppare strategie pratiche per proteggere le infrastrutture aziendali e garantire la loro resilienza.
Numerosi studi condotti da esperti del settore evidenziano come, nel prossimo futuro, la compromissione dell’infrastruttura di identità possa rappresentare una delle maggiori vulnerabilità per le aziende. Le organizzazioni devono quindi prepararsi a rispondere a queste minacce in modo efficace.
La gravità del rischio ransomware
Secondo il rapporto sul rischio di ransomware del 2025, l’83% degli attacchi riusciti ha interessato infrastrutture di identità come Active Directory ed Entra ID. Questo è preoccupante perché molte aziende non hanno un piano di recupero ben definito per tali sistemi, rendendo il ripristino particolarmente complesso e costoso.
Le sfide del ripristino dell’identità
Il recupero di Active Directory è un processo che richiede tempo e risorse. Il 76% delle aziende colpite da ransomware ha impiegato più di un giorno, e in alcuni casi anche un mese, per ripristinare le normali operazioni. È fondamentale che le aziende non trascurino la pianificazione di questo aspetto critico.
Inoltre, gli attaccanti tendono a scegliere momenti strategici per lanciare i loro attacchi, approfittando di periodi in cui le aziende sono meno vigili, come i fine settimana o durante le festività. La ricerca ha rilevato che il 52% degli attacchi avviene in queste fasce orarie, mentre il 60% colpisce in concomitanza con eventi aziendali significativi, come fusioni o acquisizioni.
Preparazione e risposta agli attacchi
È cruciale che le aziende dispongano di un piano di gestione delle crisi informatiche. Anche se il 96% delle organizzazioni afferma di averne uno, il 71% ha subito almeno un incidente che ha compromesso funzioni aziendali essenziali. Questo dimostra che, nonostante le buone intenzioni, ci sono lacune nell’esecuzione.
Formazione e capacità difensive
I team di risposta agli incidenti devono essere dotati di strumenti efficaci e di formazione continua. Un centro di comando ben strutturato, come il Ready1, può unificare processi e tecnologie per una risposta rapida e coordinata agli attacchi. Senza una formazione adeguata, i team rischiano di basare le loro strategie su supposizioni piuttosto che su dati concreti.
Inoltre, molte aziende si concentrano principalmente sulla protezione dei dati e sui backup, trascurando la pianificazione del ripristino. È importante ricordare che l’identità è il primo vettore di attacco e deve essere ripristinata per garantire la continuità operativa.
Verso un futuro più sicuro
Entro il 2026, è fondamentale migliorare la capacità di ripristino dell’identità e ridurre i tempi di inattività. L’implementazione di sistemi di Threat Detection and Response (ITDR) è essenziale, ma devono essere eseguiti in modo efficace per evitare che le lacune diventino focolai di vulnerabilità.
Le aziende devono concentrarsi su un numero limitato di priorità strategiche per ottenere risultati tangibili. Le statistiche mostrano che le organizzazioni che seguono le linee guida di correzione hanno visto miglioramenti significativi nella loro sicurezza.
Numerosi studi condotti da esperti del settore evidenziano come, nel prossimo futuro, la compromissione dell’infrastruttura di identità possa rappresentare una delle maggiori vulnerabilità per le aziende. Le organizzazioni devono quindi prepararsi a rispondere a queste minacce in modo efficace.0