Diciamoci la verità: le Olimpiadi non sono più l’evento glorioso di un tempo. L’idea che possano portare solo benefici è un mito radicato che merita di essere demolito.
Iniziamo con i fatti: secondo un’analisi del Centro Studi Confindustria, solo il 30% delle città che hanno ospitato le Olimpiadi ha visto un ritorno economico positivo. Oltre il 70% delle spese è andato a finire in opere inutili, lasciando alle città debiti e strutture fatiscenti.
La realtà è meno politically correct: l’Italia non è esattamente il modello di efficienza. Le Olimpiadi di Roma 1960 sono un lontano ricordo di gloria, mentre eventi recenti come quelle di Rio de Janeiro nel 2016 evidenziano i lati oscuri, con stadi abbandonati e costi esorbitanti. Ripetere gli stessi errori appare poco saggio.
In effetti, l’analisi controcorrente suggerisce che l’idea di un’eredità positiva è solo una narrazione costruita ad arte. I problemi infrastrutturali, l’inquinamento e la gentrificazione sono conseguenze che le città si trovano ad affrontare dopo eventi di questo tipo. Non certo i grandi sponsor, ma i cittadini comuni pagano il prezzo.
Le Olimpiadi Milano Cortina potrebbero essere un’occasione che, anziché unire il paese, rischia di dividerlo ulteriormente. È tempo di chiedersi se si stia correndo verso un traguardo o se si stia semplicemente cercando di nascondere la polvere sotto il tappeto.
Invito al pensiero critico: prima di applaudire all’idea delle Olimpiadi, è fondamentale riflettere sui costi reali e su chi li sosterrà. È ora di guardare oltre il glitter e le promesse, e interrogarsi su chi sia il vero vincitore in tutto questo.