Argomenti trattati
Le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 si avvicinano a grandi passi, ma le preoccupazioni riguardanti l’organizzazione dell’evento non fanno che aumentare. Dal momento della loro assegnazione, sono emerse numerose criticità, sia sul piano economico che ambientale, che mettono in discussione la sostenibilità di una manifestazione sportiva che avrebbe dovuto rappresentare un modello virtuoso di riutilizzo delle infrastrutture esistenti. I numeri parlano chiaro: il budget iniziale di 1,5 miliardi di euro è già stato superato di oltre 4 miliardi, e le previsioni più recenti indicano spese che potrebbero arrivare a superare i 5 miliardi e 720 milioni.
Il contesto storico e le promesse disattese
Nella mia esperienza in Deutsche Bank, ho imparato che una pianificazione finanziaria efficace deve sempre partire da una solida analisi dei rischi. Quando è stato presentato il dossier per la candidatura a Milano Cortina 2026, la sostenibilità era al centro del discorso, con la promessa di riutilizzare il 92% delle strutture esistenti. Ma, man mano che il progetto avanzava, è apparso chiaro che i costi lievitavano e che i lavori, invece di progredire, si trovavano spesso bloccati. Ti sei mai chiesto cosa sia andato storto? La situazione attuale è estremamente preoccupante: il piano originario, che mirava a un utilizzo razionale delle risorse, sembra ora più un miraggio che una realtà concreta.
Le proteste di comitati, cittadini e associazioni ambientaliste sono aumentate, segnalando ritardi nei lavori per le infrastrutture necessarie e il rischio di un impatto ambientale devastante. Nel 2022, la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi ha sollevato dubbi sulla capacità di Cortina di ospitare un evento di tale portata senza compromettere l’ecosistema locale. Le richieste di una valutazione ambientale adeguata sono state ignorate, evidenziando una mancanza di trasparenza nelle decisioni prese. Chi lavora nel settore sa che la trasparenza è fondamentale per il successo di un progetto di queste dimensioni.
Analisi delle metriche e delle implicazioni finanziarie
Chi lavora nel settore sa che la mancanza di trasparenza è un campanello d’allarme. Dalla creazione della Fondazione Milano Cortina 2026, si sono susseguiti finanziamenti pubblici che hanno già superato il miliardo di euro, ma i risultati sul campo sono scarsi. La Corte dei Conti ha evidenziato l’assenza di un “progetto di sistema”, denunciando ritardi e costi in aumento. I numeri parlano chiaro: il budget iniziale di 1,5 miliardi è diventato un debito di oltre 5 miliardi, senza che siano state completate le infrastrutture necessarie. Ti sembra un modo sostenibile di gestire l’economia di un evento così importante?
Il rapporto di Open Olympics ha rivelato che solo 30 delle 94 opere previste sono essenziali per le gare olimpiche, mentre le infrastrutture stradali e ferroviarie, che non rientrano nel progetto olimpico diretto, rappresentano la maggior parte dei costi. Questo squilibrio di priorità mette in discussione la legittimità dell’intero progetto e la sua capacità di rispettare gli impegni presi sul fronte della sostenibilità. In un contesto economico già fragile, questi dati non possono essere sottovalutati.
Implicazioni regolamentari e prospettive future
Le implicazioni regolamentari sono altrettanto gravi. Nonostante la Fondazione Milano Cortina 2026 sia stata dichiarata un “organismo di diritto pubblico” e quindi obbligata a seguire le normative su appalti e trasparenza, ha impugnato questa decisione, continuando a operare in un contesto di opacità. Ciò solleva interrogativi sulla gestione dei fondi pubblici e sul controllo della spesa, elementi cruciali che ogni analista finanziario deve considerare. Chi si occupa di finanza sa bene quanto sia importante la due diligence in situazioni come questa.
Con la data di inaugurazione fissata per il 6 febbraio 2026, le prospettive non sono rosee. La pista da bob di Cortina, simbolo delle criticità del progetto, non è ancora pronta e i lavori continuano a essere bloccati. La scelta di ricostruire una nuova pista invece di riqualificare quella esistente ha sollevato ulteriori proteste, e il costo previsto è aumentato esponenzialmente, da 50 milioni a oltre 128 milioni di euro. È difficile credere che questa sia la strada giusta da percorrere.
Inoltre, la crisi climatica, che già sta colpendo gli ecosistemi alpini, rende sempre più difficile la sostenibilità di eventi come le Olimpiadi. Con temperature in aumento e una diminuzione della neve, la necessità di un piano B, come l’utilizzo della pista di Lake Placid, è diventata una realtà concreta. Non possiamo ignorare questi segnali.
Concludendo, le Olimpiadi Milano Cortina 2026 si trovano a un bivio critico. La gestione finanziaria, le questioni ambientali e le proteste civili pongono seri interrogativi sulla fattibilità dell’evento. Dobbiamo chiederci se la storia si ripeterà con le Olimpiadi Giovanili nel 2028, o se finalmente si troveranno soluzioni più sostenibili e responsabili per il futuro degli eventi sportivi. E tu, cosa ne pensi? È possibile che si possa invertire la rotta prima che sia troppo tardi?