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Le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, in programma dal 6 febbraio 2026, si stanno avvicinando e con esse emergono preoccupazioni sui costi e sulla gestione delle opere. Delle spese totali di 3,54 miliardi di euro, solo il 13% è destinato a strutture per le competizioni, mentre il restante 87% riguarda le infrastrutture permanenti che dovrebbero beneficiare i territori coinvolti nel lungo periodo.
Il rapporto di Open Olympics 2026, una rete che riunisce diverse organizzazioni per garantire trasparenza, ha evidenziato un aspetto significativo: per ogni euro speso per le opere necessarie ai Giochi, ben 6,6 euro sono investiti in progetti di legacy. Tuttavia, nonostante gli sforzi di monitoraggio, permangono molte zone d’ombra.
La questione dei costi e delle opere di legacy
La campagna avviata nel 2025 ha portato alla pubblicazione di dati sui progetti da parte della Società Infrastrutture Milano Cortina 2025-2026 (Simico), consentendo un follow-up sui lavori e sui costi. Questo monitoraggio ha rivelato che solo 42 delle 118 opere previste termineranno prima dell’inizio dei Giochi, con una previsione di completamento per il 2033 per alcuni progetti. Questo significa che il 57% degli interventi sarà ultimato dopo il termine delle Olimpiadi.
Impatto ambientale e sfide future
Un’altra preoccupazione riguarda l’impatto ambientale delle opere. Per il 64% di esse, non è stata effettuata alcuna valutazione di impatto ambientale, rendendo difficile comprendere le conseguenze delle Olimpiadi sui territori coinvolti. Il rapporto non fornisce nemmeno dettagli sull’impronta di CO2 delle opere, un’informazione cruciale per quantificare l’effetto delle Olimpiadi sul cambiamento climatico.
Le sfide della trasparenza e i diritti civili
Nonostante i progressi, la campagna ha faticato a ottenere informazioni complete. Le richieste di accesso ai dati da parte di Libera hanno avuto esiti contrastanti: mentre la Regione Lombardia ha risposto, il Comune di Milano ha inizialmente negato l’accesso, rendendo evidente una asimmetria informativa tra le varie istituzioni.
La figura del commissario per le Paralimpiadi, Giuseppe Fasiol, ha sollevato interrogativi sul suo ruolo e sui costi associati, che superano le previsioni iniziali. È importante sottolineare che le Paralimpiadi possono essere un’opportunità per promuovere l’inclusione sociale, ma ciò richiede azioni costanti e non sporadiche.
In caso di disavanzi della Fondazione Milano-Cortina, sarà lo Stato a sostenere le spese. Queste preoccupazioni devono essere affrontate con urgenza per garantire che i Giochi non diventino un peso per le finanze pubbliche.
La rete Open Olympics 2026 si impegna a monitorare la situazione fino alla conclusione dei lavori e alla rendicontazione finale, chiedendo maggiore chiarezza sui costi e sull’impatto delle opere realizzate. La sfida ora è quella di garantire che l’esperienza olimpica possa portare benefici duraturi e che le lezioni apprese possano essere applicate anche per i futuri eventi internazionali.