Olimpiadi Milano Cortina 2026: Aggiornamenti sulle Infrastrutture e Rischi di Ritardo

I lavori per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 sono attualmente in ritardo significativo. È fondamentale un'analisi dettagliata delle infrastrutture promesse per garantire il successo dell'evento.

Con l’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano Cortina nel 2026, è iniziato un acceso dibattito sulle infrastrutture necessarie per l’evento. Le promesse di finanziamenti e progetti ambiziosi hanno alimentato le aspettative, ma a distanza di sei anni la realtà appare ben diversa. Il governo italiano ha destinato circa 4 miliardi di euro per realizzare opere pubbliche fondamentali, ma a pochi mesi dall’apertura dei Giochi, la situazione è preoccupante.

Con l’approssimarsi della cerimonia di apertura, prevista per il 6 febbraio, emergono segnali allarmanti riguardo al rispetto dei cronoprogrammi. Infatti, la maggior parte dei progetti, per un valore di circa 3 miliardi di euro, non sarà completata in tempo. La Corte dei Conti ha già sollevato la questione, invitando a rivedere le scadenze previste per i lavori.

Progetti infrastrutturali e ritardi

Recentemente, è stata comunicata l’avvio della gara per la variante di Longarone, un intervento costato 481 milioni di euro. Tuttavia, nonostante l’ottimismo, i cantieri non apriranno prima della metà del 2026, rendendo difficile il completamento di una strada attesa da oltre 30 anni. La prima convenzione tra la Regione Veneto e Anas risale addirittura al 1995, e il progetto è stato ripetutamente rinviato.

Attese e promesse

Le Olimpiadi erano state presentate come un’opportunità per risolvere annosi problemi infrastrutturali, specialmente dopo il flop dei mondiali di sci. Politici locali, come il sindaco Roberto Padrin, hanno espresso il loro scetticismo, dichiarando che la realizzazione di opere post-2026 non rappresenta un fallimento, ma un “continuo sviluppo”. Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha aggiunto che tali opere miglioreranno la vita dei residenti, ma la realtà dei fatti racconta un’altra storia.

Il caso della variante di Cortina

Un altro progetto emblematico è la variante di Cortina, suddivisa in tre lotti, il cui costo è lievitato da 270 milioni a 677 milioni di euro. Attualmente, mancano 363 milioni di euro necessari per la sua realizzazione. Questo progetto ha l’ambizione di risolvere i problemi di traffico della località, ma è anche visto come un passo verso la creazione di un collegamento autostradale tra Venezia e Monaco, un sogno di lunga data dei politici veneti.

Complicazioni geologiche

Nonostante le promesse, il cantiere della variante non aprirà prima delle Olimpiadi, a causa di complessità legate alla geologia dell’area, in particolare per il passaggio in galleria sotto le Tofane, una zona a rischio di dissesto. La situazione è ulteriormente complicata da continui slittamenti nei cronoprogrammi, con la nuova data di completamento fissata per il 2032.

Altri progetti in stallo

La variante di Vercurago, che inizialmente prevedeva un costo di 253,3 milioni di euro, è ora stimata a 310 milioni, ma mancano ancora 100 milioni di euro di finanziamenti. I lavori sono previsti per il 2027, ma con la data di completamento che si allontana sempre di più. La presidente della provincia di Lecco ha affermato che si tratta di un passo avanti, ma i ritardi sembrano evidenti.

In provincia di Sondrio, i residenti sono rimasti sorpresi nel sapere che le opere di collegamento sono state posticipate al 2027. Anche progetti contestati, come la tangenziale sud di Sondrio, non hanno ancora visto l’inizio dei lavori, con scadenze che continuano a slittare.

L’attesa per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 ha messo in evidenza una realtà complessa: le opere infrastrutturali promesse sono in grave ritardo e ciò solleva interrogativi sull’efficacia della programmazione. I cittadini si trovano a fronteggiare un futuro incerto, mentre le promesse di sviluppo rimangono, per ora, solo sulla carta.

Scritto da AiAdhubMedia

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