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Con l’avvicinarsi dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, emerge chiaramente che l’eredità di questo evento trascende la mera organizzazione delle competizioni. Il progetto prevede un investimento di circa 3,4 miliardi di euro, distribuito tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Questa iniziativa si configura come un’opportunità per sviluppare le infrastrutture della regione, sebbene presenti anche sfide significative riguardanti le tempistiche e il completamento delle opere.
Tempistiche e criticità delle infrastrutture
La situazione attuale indica che una sola frazione delle infrastrutture necessarie è stata completata. Dei 98 interventi previsti, solamente 16 sono stati realizzati. La maggior parte dei cantieri è ancora in fase di esecuzione o progettazione. Questo ritardo risulta particolarmente evidente nel Veneto, dove alcune opere fondamentali, come la variante di Longarone, con un costo di 439 milioni di euro, è attualmente ferma in attesa di autorizzazioni e non inizierà i lavori prima di aprile 2026, dopo la conclusione dei Giochi.
Progetti chiave in ritardo
Un’altra opera di rilevanza è la variante di Cortina, concepita per migliorare il traffico cittadino. Questo progetto è suddiviso in vari lotti con scadenze diverse. Mentre una parte dovrebbe essere pronta per giugno 2026, altri lotti potrebbero non essere completati prima del 2032. Tale scenario evidenzia come le infrastrutture venete, del valore di circa un miliardo di euro, non saranno operative durante l’evento olimpico.
Situazione in Lombardia
La Lombardia, che ospita una parte significativa delle competizioni, sta affrontando ritardi nei lavori infrastrutturali. Opere come la variante di Trescore-Entratico, dal valore di 48 milioni di euro, potrebbero essere completate solo nel 2029. Anche la tangenziale di Sondrio, stimata a 43,5 milioni, non sarà pronta prima del 2027. La variante di Vercurago, un progetto di 253 milioni di euro, ha subito ostacoli geologici che hanno bloccato i lavori dal 2018, con conclusione prevista nel 2033.
Infrastrutture ferroviarie e trasporti
Il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie riveste un’importanza cruciale. La connessione tra il Terminal 2 di Malpensa e la linea del Sempione non sarà completata in tempo per i Giochi. Anche la riqualificazione della stazione ferroviaria di Trento, fondamentale per garantire una mobilità efficiente durante l’evento, non sarà pronta.
Progetti sportivi e sfide logistiche
Nel settore sportivo, i lavori stanno avanzando con maggiore celerità. La pista da bob di Cortina sarà ultimata in tempo per le Olimpiadi. Tuttavia, alcuni miglioramenti ambientali, tra cui le piantumazioni, sono stati posticipati all’estate del 2026. Il Villaggio Olimpico di Predazzo e il Livigno Snow Park sono attesi con grande interesse, mentre lo stadio per lo sci di fondo di Trento non sarà completato del tutto.
Riflessioni sui grandi eventi in Italia
Il caso di Milano Cortina 2026 non è unico. Eventi precedenti come Expo Milano 2015 mostrano dinamiche simili di ritardo nelle opere infrastrutturali. Nonostante Expo abbia attratto oltre 21 milioni di visitatori, molte opere furono completate proprio durante l’evento, evidenziando la necessità di una pianificazione efficace per eventi di tale complessità.
L’eredità di Milano Cortina 2026 è destinata a lasciare un’impronta duratura sul territorio. Tuttavia, l’assenza di infrastrutture cruciali potrebbe influenzare l’esperienza olimpica e la percezione globale dell’evento. La sfida principale consisterà non solo nel completare i progetti, ma nel farlo in modo che possano realmente contribuire a un futuro sostenibile e prospero per la regione.