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Nel cuore delle Alpi, il Trentino Alto-Adige si sta preparando a un grande evento: le Olimpiadi Invernali 2026. Tuttavia, un’importante vittoria è già avvenuta prima dell’inizio dei giochi: quella della sostenibilità e della resilienza. Questo territorio, che ha affrontato enormi difficoltà, è riuscito a trasformare la crisi in un’opportunità di rinascita.
La tempesta Vaia, che ha colpito le Alpi il 29 ottobre 2018, ha causato danni ingenti, distruggendo circa 42.500 ettari di foreste e portando alla distruzione di oltre 9 milioni di metri cubi di legname. Le raffiche di vento che hanno superato i 150 km/h hanno rappresentato una vera e propria calamità, ma il Trentino Alto-Adige ha mostrato una reazione straordinaria.
I fatti
Dopo il passaggio devastante di Vaia, il territorio ha dovuto affrontare un’ulteriore minaccia: l’infestazione da parte del bostrico, un piccolo insetto che attacca le conifere, in particolare l’abete rosso, una delle specie più importanti delle foreste alpine. Questa crisi è stata aggravata dalle siccità estive del 2025, creando un ambiente ideale per la proliferazione del parassita.
Interventi di recupero
Nonostante i gravi danni, il Trentino Alto-Adige ha intrapreso un percorso di recupero. Entro due anni dall’evento, gran parte del legname abbattuto è stato esboscato e commercializzato. Progetti innovativi, come la costruzione del più grande edificio in legno d’Italia a Rovereto, hanno dimostrato come il legno proveniente dalle foreste colpite possa essere riutilizzato per il bene della comunità. Questo edificio, destinato al social housing, è stato realizzato interamente con legno degli alberi abbattuti dalla tempesta.
La tempesta Vaia ha colpito 494 comuni in quattro regioni italiane. Le operazioni di recupero del legname hanno visto risultati significativi: in provincia di Bolzano, circa l’80% del legname è stato raccolto, mentre in Trentino e Veneto le percentuali superano il 60%.
La scelta del legno locale per le Olimpiadi
In vista delle Olimpiadi, il territorio ha deciso di puntare su un approccio sostenibile, utilizzando esclusivamente legno locale per la costruzione delle strutture sportive. Luoghi storici come lo Stadio del Fondo di Lago di Tesero e il Salto di Predazzo ospiteranno diverse discipline, e la scelta di utilizzare legno delle foreste circostanti è un chiaro segnale di attenzione verso l’ambiente.
Progetti di ristrutturazione
Marco Giovinazzi, architetto dello Stadio del Fondo, ha sottolineato come sia stata effettuata una ristrutturazione mirata a dare nuova vita all’impianto, utilizzando pannelli di legno XLAM, realizzati con legno proveniente dalle aree colpite dal bostrico. Questa scelta rappresenta non solo un passo verso la sostenibilità, ma anche un modo per valorizzare le risorse locali attraverso l’approccio del km zero.
Le pratiche di sostenibilità adottate mirano a un utilizzo efficiente delle risorse, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo una filiera di produzione etica e tracciabile. La governance comunale ha spinto per l’uso di materiali sostenibili, creando un legame profondo con il territorio.
Villaggi olimpici e innovazione
Inoltre, sono stati realizzati due villaggi olimpici: uno a Milano, destinato a diventare uno studentato, e uno a Predazzo, che diventerà un centro di formazione per la Guardia di Finanza. Entrambi i progetti hanno fatto largo uso di legno sostenibile e certificato PEFC, dimostrando l’efficacia di questo materiale anche in contesti con scadenze molto strette.
Efficienza e sostenibilità
La rapidità di costruzione e la possibilità di riutilizzo del legno sono stati fattori cruciali. La Xlam Dolomiti ha brevettato un sistema di movimentazione che ha consentito un’installazione rapida e sicura dei pannelli, garantendo un’ottimizzazione dei tempi e una riduzione dei costi. Questo metodo non solo ha reso possibile la costruzione di strutture temporanee, ma ha anche garantito una reale circolarità dei materiali, riducendo il rischio di rifiuti speciali.
La tempesta Vaia, che ha colpito le Alpi il 29 ottobre 2018, ha causato danni ingenti, distruggendo circa 42.500 ettari di foreste e portando alla distruzione di oltre 9 milioni di metri cubi di legname. Le raffiche di vento che hanno superato i 150 km/h hanno rappresentato una vera e propria calamità, ma il Trentino Alto-Adige ha mostrato una reazione straordinaria.0