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Il 21 dicembre 2025, il Centro Congressi di Belluno ha ospitato un evento di rilevanza intitolato “Olimpiadi 2026 – Presente e futuro”, organizzato dal partito ORA!. Questo incontro ha riunito oltre cento cittadini, evidenziando un forte interesse della comunità riguardo alla gestione delle Olimpiadi e alle loro implicazioni economiche.
Costi in aumento e infrastrutture in ritardo
Durante la serata, moderata dalla giornalista Antonella Giacomini, sono intervenuti Michele Boldrin, Segretario di ORA!, e Alberto Forchielli, Presidente del partito. Entrambi hanno espresso preoccupazioni riguardo ai costi esorbitanti delle Olimpiadi, che da una stima iniziale di 1,5 miliardi di euro sono saliti a 7 miliardi di euro, superando così il consueto aumento medio del 156% per eventi di questo tipo.
In aggiunta, il ritardo nella realizzazione delle infrastrutture rappresenta un altro punto critico: su 111 opere programmate, solo 34 saranno completate entro l’inizio dell’evento, mentre 23 inizieranno dopo, generando costi di manutenzione che il territorio difficilmente potrà sostenere.
Rischi di infiltrazione e sprechi
Un altro aspetto sollevato da Boldrin riguarda il rischio di infiltrazioni mafiose, con oltre 40 interdittive antimafia registrate. Senza una rigorosa analisi costi-benefici, l’evento rischia di trasformarsi in uno spreco sistematico di risorse pubbliche, a scapito della comunità locale.
Il paradosso della fondazione Milano Cortina
Il professor Boldrin ha evidenziato un paradosso: l’assenza di rappresentanti locali all’interno della Fondazione Milano Cortina. Questo aspetto dimostra quanto il territorio sia stato escluso dai processi decisionali. Si discute ampiamente della necessità di valorizzare il brand Dolomiti, montagne di fama mondiale che non necessitano delle Olimpiadi per essere scoperte.
In aggiunta, Boldrin ha sottolineato che le opere pubbliche dovrebbero essere realizzate per il bene dei cittadini e non per eventi temporanei. “Il divertimento ha un costo”, ha affermato, “e non può gravare sulle finanze pubbliche per il profitto di pochi”.
Preoccupazioni per il futuro occupazionale a Belluno
Le vertenze occupazionali di aziende come Hydro ed Edim-Bosch sono state al centro di un incontro convocato dal prefetto di Belluno, Antonello Roccoberton. La situazione di queste aziende, attualmente a rischio crisi, è stata discussa con le organizzazioni sindacali locali. È emersa la necessità di un tavolo di crisi al MIMIT per affrontare la precarietà lavorativa e trovare soluzioni per garantire la continuità occupazionale.
“Questo incontro è fondamentale”, ha dichiarato Stefano Bona, segretario generale della Fiom di Belluno, “perché la chiusura di Hydro, un’industria storica, rappresenterebbe una sconfitta per l’intero territorio”. L’assenza di motivazioni valide per la chiusura di tali aziende mette in pericolo non solo i posti di lavoro, ma anche la storia e l’identità di una comunità che ha sempre lavorato duramente.
Mobilitazione dei lavoratori
I lavoratori di Hydro e Edim-Bosch si preparano a portare la loro protesta durante le Olimpiadi, se non si troveranno soluzioni rapide. L’importante palcoscenico dell’evento sportivo sarà utilizzato per far sentire la loro voce. Bona ha affermato: “I valori dei tedofori sono passione, talento, energia e rispetto, ma chi meglio di noi, che lottiamo per il nostro futuro, potrebbe incarnarli?”.
In un periodo in cui si discute ampiamente di competenze e valore umano, la chiusura di aziende storiche come Hydro è percepita come una grave ingiustizia. È essenziale investire nel rilancio, piuttosto che assistere a dismissioni che impoveriscono il territorio e il suo patrimonio industriale.