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In vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, si solleva un acceso dibattito sul progetto di una nuova lotteria di Stato proposta dal governo italiano. Diversi enti e associazioni, attivi nel sociale e nella lotta contro il gioco d’azzardo, hanno lanciato un appello per richiedere il ritiro di questa iniziativa, sostenendo che lo spirito olimpico non dovrebbe essere associato a pratiche di questo tipo.
Il documento, firmato da circa quindici organizzazioni, tra cui il Coordinamento lombardo della campagna “Mettiamoci in gioco” e la Cgil di Milano, denuncia l’intenzione del governo di avviare un nuovo gioco numerico denominato Win for Italia Team, il cui scopo è finanziare il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni). Le associazioni sottolineano come il gioco d’azzardo possa aggravare le problematiche sociali già esistenti, in particolare l’aumento dei disturbi legati alla ludopatia.
Le conseguenze del gioco d’azzardo
I dati di mercato mostrano numeri allarmanti a supporto delle preoccupazioni sollevate dalle organizzazioni: nel 2025, gli italiani hanno scommesso un totale di 157 miliardi di euro. Questa cifra evidenzia non solo l’enorme diffusione del fenomeno, ma anche le drammatiche conseguenze che esso ha sulle famiglie e sulla società. Molti cittadini devono affrontare le ripercussioni sanitarie ed economiche delle patologie legate al gioco d’azzardo, un problema che non può essere ignorato, specialmente in un contesto come quello delle Olimpiadi.
L’appello delle associazioni
“Liberiamo le Olimpiadi dall’azzardo”, è il messaggio forte e chiaro delle associazioni che si sono unite in questa battaglia. Il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione, ha evidenziato come lo sport debba rappresentare valori di riscatto, solidarietà e inclusione. La proposta del governo, a suo avviso, sembra piuttosto alimentare una dipendenza che affligge molte persone, rendendo necessario un intervento politico serio per affrontare il problema.
La posizione di chi si oppone alla lotteria è condivisa anche da figure politiche come il deputato del Partito Democratico Stefano Vaccari, che ha parlato di una contraddizione culturale nel voler finanziare lo sport attraverso un’attività che crea disagio e sofferenza. “Decine di migliaia di persone soffrono di ludopatia, un problema che ha conseguenze devastanti per le famiglie e la società”, ha dichiarato. Vaccari sottolinea che il gioco d’azzardo, lungi dall’essere un fenomeno marginale, è un problema strutturale che cresce in parallelo con l’aumento dell’offerta.
Il parere della Caritas
Le preoccupazioni non si limitano ai soli ambiti sociali. Anche don Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana, ha espresso il suo dissenso, definendo il progetto un cortocircuito culturale. Secondo lui, lo sport è intrinsecamente educativo e comunitario, mentre il gioco d’azzardo porta a isolamento e indebitamento. La Caritas, attraverso i suoi servizi, ha osservato un incremento delle richieste di aiuto legate a situazioni di sovraindebitamento, spesso aggravate da comportamenti di gioco problematici.
Inoltre, la Caritas mette in guardia riguardo alla natura temporanea di questa iniziativa, citando esperienze passate in cui interventi simili sono diventati permanenti. “Misure presentate come eccezionali tendono a consolidarsi nel tempo”, ha aggiunto, evidenziando il rischio che si normalizzi l’uso del gioco d’azzardo come soluzione a problemi di bilancio.
Alla luce di queste considerazioni, è evidente che la questione del gioco d’azzardo e della sua legalizzazione necessita di un approccio più critico e consapevole, specialmente quando si tratta di eventi così significativi come le Olimpiadi. La richiesta di un ripensamento di queste politiche è quindi non solo giustificata, ma necessaria per garantire un futuro migliore per tutti.