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Il conto alla rovescia per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 è iniziato, ma con esso emergono preoccupazioni significative. A soli cento giorni dall’inizio della manifestazione, programmata per il 6 febbraio 2026, ci sono molti aspetti da analizzare. La Fondazione Milano-Cortina, insieme al governo e alle autorità locali, sta cercando di stimolare un entusiasmo che sembra latitare, mentre la realtà dei fatti mostra una situazione allarmante, soprattutto sul fronte delle infrastrutture.
Attualmente, sono stati completati solo 9 dei 98 progetti previsti, un dato che evidenzia come la maggior parte delle opere necessarie non sarà pronta in tempo. Questo non solo pregiudica l’organizzazione dei giochi, ma solleva anche interrogativi sui costi, che ricadono interamente sulle finanze pubbliche, contrariamente a quanto promesso inizialmente.
Lo stato delle opere olimpiche
Per quanto riguarda il Veneto, il bilancio delle opere olimpiche è deludente: solo 18 delle 25 opere progettate saranno completate. Quattro di esse verranno terminate solo parzialmente, mentre le infrastrutture cruciali, come le varianti di Longarone e Cortina, vedranno la loro conclusione rispettivamente nel 2029 e nel 2032. Ancor più preoccupante è la situazione della stazione di Mestre, i cui lavori inizieranno solo nel 2030, ben oltre la data dei giochi.
Analisi delle infrastrutture legacy
Secondo il Piano delle Opere della Società Infrastrutture Milano Cortina (Smico), delle 67 opere legacy, solo 2 sono già concluse, mentre 33 sono in fase di esecuzione. Questo panorama si complica ulteriormente se si considerano i 31 interventi direttamente legati ai giochi: solo 7 sono già completati, mentre 24 sono ancora in fase di realizzazione. Questo scenario getta ombre sulla preparazione dei giochi stessi.
Costi e finanziamenti in aumento
Un altro aspetto critico riguarda i costi, che al momento non sono completamente quantificabili. La Fondazione Milano-Cortina ha registrato un deficit patrimoniale di oltre 150 milioni di euro, un dato in peggioramento rispetto ai 107 milioni di fine 2025. Per far fronte a questa situazione, il governo ha già stanziato 394 milioni di euro nel giugno scorso, ma la somma si è rivelata insufficiente. Un esempio emblematico è l’Arena di Santa Giulia, il cui costo iniziale di 200 milioni è aumentato di 67 milioni. La società Cts Eventim ha rifiutato di coprire questi extra-costi, costringendo il governo a intervenire con ulteriori fondi.
Criticità nella gestione degli impianti
La situazione si complica ulteriormente con il Villaggio Olimpico, che sta affrontando ritardi significativi. Anche se i lavori sono in corso, i costi aggiuntivi rispetto ai 100 milioni inizialmente previsti stanno diventando un problema. La mancanza di chiarezza su quanto effettivamente sarà speso ha sollevato interrogativi sulla gestione e l’utilizzo delle risorse pubbliche. In questo contesto, è difficile monitorare l’effettiva utilità delle opere in fase di realizzazione.
Le prospettive future
Nonostante le difficoltà, ci sono segnali positivi. Sono già stati venduti oltre 850.000 biglietti, un numero che fa ben sperare per la partecipazione del pubblico. Tuttavia, il clima rimane teso e gli organizzatori sanno che i prossimi mesi saranno cruciali per garantire il buon esito dell’evento. La sfida è quella di completare i lavori necessari e assicurare che gli impianti siano pronti per il test event, previsto per gennaio.
Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 si trovano ad affrontare una serie di sfide significative. Ritardi nelle opere e costi crescenti pongono interrogativi sul futuro dei giochi. La speranza è che, grazie a un impegno coordinato tra tutte le parti coinvolte, si possa raggiungere un risultato soddisfacente e che l’evento possa diventare un’opportunità per il territorio.