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Il monitoraggio civico condotto da Open Olympics, rete attiva nel monitoraggio delle spese legate a Milano Cortina 2026, sta suscitando forti preoccupazioni. Con l’inizio dei Giochi alle porte, sono emerse diverse criticità riguardanti le infrastrutture e la gestione economica del progetto.
In particolare, le opere previste, che ammontano a oltre quattro miliardi di euro, stanno subendo ritardi significativi. A meno di due mesi dall’accensione del braciere olimpico, fissata per il 6 febbraio allo stadio di San Siro, si registrano aumenti costanti dei costi e un progressivo slittamento dei cronoprogrammi.
I fatti
Il report, redatto dall’associazione “Libera – Associazioni nomi e numeri contro le mafie”, supportato da vari gruppi ambientalisti, analizza 98 opere delineate nel sito della Società infrastrutture Simico. Di queste, solo 31 sono destinate a impianti sportivi, mentre il restante 87% è indirizzato a interventi strutturali, principalmente stradali e ferroviari, finanziati con denaro pubblico. Come evidenziato da Open Olympics, per ogni euro speso per le opere olimpiche, ben 6,6 euro vengono destinati a opere di legacy.
Focus sui territori coinvolti
Le regioni di Veneto e Lombardia risultano particolarmente coinvolte, con investimenti che si avvicinano a 1,5 miliardi di euro ciascuna. A fine ottobre, solo 16 opere erano completate, mentre 51 erano in fase di realizzazione, e ben 28 erano ancora in fase progettuale. Si stima che il 57% delle opere sarà finito dopo i Giochi, con cantieri che potrebbero rimanere attivi fino al 2033.
Trasparenza e gestione delle spese
Uno dei punti più critici emersi dal report riguarda l’assenza di trasparenza sui costi reali delle opere e sull’impatto ambientale. Molte informazioni rimangono inaccessibili, inclusi dettagli sui subappalti e sulla copertura finanziaria delle spese. Questo crea una asimmetria informativa che rende difficile comprendere appieno il quadro complessivo degli investimenti. Il portale Open Milano Cortina 2026 ha fornito solo una visione parziale della situazione.
Domande chiave per il futuro
Open Olympics ha sintetizzato le problematiche più urgenti in tre domande fondamentali. La prima riguarda la vera entità delle opere e i relativi costi: le 98 opere ufficialmente riconosciute non coprono l’intero investimento pubblico, considerando che la Regione Lombardia ha pubblicato ulteriori 78 interventi per un costo complessivo di 5,1 miliardi di euro.
La seconda domanda si focalizza sul costo reale per la realizzazione dei Giochi e sulla garanzia di sicurezza e salute durante l’evento. Sebbene la Fondazione abbia dichiarato un budget di 1,7 miliardi nel 2025, i dettagli rimangono poco chiari. Infine, il ruolo del Commissario straordinario per le Paralimpiadi, nominato recentemente, solleva interrogativi sulla gestione di un budget di 328 milioni di euro in un periodo così ristretto.
Prospettive future
Il report di Open Olympics non si limita a un’analisi superficiale, ma si propone di continuare il monitoraggio anche dopo la conclusione dei Giochi. Con oltre il 57% dei cantieri ancora aperti e una gestione economica poco chiara, sarà fondamentale seguire l’evoluzione di queste opere e comprendere come verranno gestiti i fondi pubblici. Solo così si potrà garantire che l’eredità dei Giochi non si tramuti in un peso insostenibile per le generazioni future.