Le sfide delle Olimpiadi Milano Cortina 2026: cosa aspettarci

Esplora le crescenti difficoltà legate alle Olimpiadi Milano Cortina 2026, un evento che si sta allontanando dalle promesse iniziali di sostenibilità.

Le Olimpiadi Milano Cortina 2026 si avvicinano, ma con esse aumentano le preoccupazioni e le contestazioni. Le promesse di sostenibilità e di riutilizzo delle infrastrutture esistenti sembrano ora più lontane dalla realtà di quanto ci si potesse immaginare. I costi lievitano e i ritardi nei cantieri sollevano interrogativi sul futuro di questo grande evento sportivo. Ma cosa sta realmente accadendo?

Il contesto iniziale e le promesse di sostenibilità

Nella mia esperienza in Deutsche Bank, ho spesso notato come progetti ambiziosi possano rapidamente trasformarsi in situazioni critiche se non gestiti con trasparenza e responsabilità. All’inizio, il dossier per le Olimpiadi Milano Cortina 2026 era caratterizzato da un forte focus sulla sostenibilità, con la parola “sostenibilità” ripetuta più di cento volte. L’idea era di riqualificare strutture esistenti, riducendo l’impatto ambientale. Tuttavia, come molti esperti del settore sanno, le intenzioni possono facilmente scontrarsi con la realtà.

Nel 2019, la presentazione della candidatura prometteva un budget di 1,5 miliardi di euro, di cui 202 milioni provenienti da fondi pubblici, con l’obiettivo di utilizzare per il 92% strutture già esistenti. Ma a meno di due anni dall’assegnazione, la Legge di Bilancio autorizzava già spese superiori a un miliardo di euro per infrastrutture “necessarie alla sostenibilità”. Questi segnali iniziali hanno sollevato preoccupazioni tra esperti e cittadini riguardo alla gestione del budget e alla reale intenzione di mantenere le promesse fatte. Ti sei mai chiesto se le Olimpiadi possano davvero essere sostenibili in un contesto così incerto?

Criticità emergenti: costi e ritardi

I numeri parlano chiaro: il budget totale stimato per le Olimpiadi è aumentato a 5 miliardi e 720 milioni di euro, mentre le opere previste sono passate da 79 a 94. Questa escalation di costi è preoccupante, soprattutto se si considera che inizialmente si era parlato di una manifestazione a costo contenuto, con un forte focus sul riutilizzo delle infrastrutture esistenti. Le criticità aumentano, in particolare con la decisione di demolire e ricostruire la pista da bob di Cortina, facendo lievitare il costo a oltre 128 milioni di euro. Come si può pensare di mantenere il budget originale in queste condizioni?

Un altro aspetto cruciale è la mancanza di una valutazione ambientale adeguata. Organizzazioni come Legambiente e Italia Nostra hanno denunciato l’assenza di una Valutazione Ambientale Strategica pubblica, chiedendo un processo partecipativo e trasparente. Tuttavia, la risposta delle autorità è stata quella di accelerare i lavori utilizzando fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza senza seguire gli iter di valutazione ambientale previsti dalla normativa. Non sarebbe fondamentale garantire che la sostenibilità non sia solo una parola d’ordine, ma un principio attuabile?

Implicazioni regolamentari e impatti sociali

Chi lavora nel settore della compliance sa che il rispetto delle normative è essenziale per garantire la sostenibilità a lungo termine di qualsiasi progetto. La Fondazione Milano Cortina 2026 si trova ora in una posizione delicata, poiché l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha stabilito che deve rispettare le normative su appalti e trasparenza, date le garanzie di copertura pubblica illimitata dei deficit. Tuttavia, la Fondazione ha impugnato questa decisione, sollevando ulteriori dubbi sulla gestione e sulla trasparenza del progetto.

Parallelamente, le preoccupazioni sociali aumentano. Già oggi, i residenti di Cortina denunciano il rischio di gentrificazione, mentre i prezzi delle abitazioni continuano a salire, costringendo i residenti storici a lasciare la loro comunità. Le manifestazioni di protesta da parte di attivisti e cittadini sono in costante aumento, evidenziando una crescente disillusione verso l’organizzazione delle Olimpiadi e le loro implicazioni ambientali e sociali. Come possiamo garantire che il bene comune venga tutelato in un evento così grande?

Conclusione e prospettive future

Alla vigilia delle Olimpiadi, le previsioni sono tutt’altro che rosee. Con l’inaugurazione prevista per il 6 febbraio 2026, i costi totali potrebbero superare i 5 miliardi di euro, mentre molti progetti rischiano di non essere completati in tempo. La pista da bob di Lake Placid è già stata identificata come piano B, evidenziando le gravi incertezze legate alla realizzazione dell’evento. È davvero il caso di considerare un piano B in un evento così importante?

Guardando al futuro, le Olimpiadi Giovanili 2028 sono state assegnate a Dolomiti Valtellina, ma è lecito interrogarsi se la storia si ripeterà. Con l’ulteriore deterioramento degli ecosistemi alpini e le crescenti sfide legate alla crisi climatica, è fondamentale riconsiderare come si pianificano e si realizzano eventi di questa portata. Solo il tempo dirà se le lezioni apprese dalle sfide di Milano Cortina porteranno a un cambiamento reale nella gestione degli eventi sportivi futuri. E noi, come cittadini, che ruolo possiamo avere in tutto ciò?

Scritto da AiAdhubMedia

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