Argomenti trattati
Il pattinaggio artistico su ghiaccio è una disciplina che richiede dedizione, talento e, soprattutto, l’incontro giusto. Per Filippo Ambrosini e Rebecca Ghilardi, il 2026 potrebbe rappresentare la loro ultima esibizione alle Olimpiadi, programmata per il 15 e 16 febbraio. Il loro cammino verso il podio è iniziato un decennio fa, quando le loro vite si sono incrociate in un modo inaspettato.
Filippo, originario di Asiago e nato nel 1993, ha scoperto la sua passione per il pattinaggio all’età di otto anni. La sua carriera ha preso il volo grazie alla collaborazione con Alessandra Cernuschi, con la quale ha conquistato una medaglia di bronzo ai campionati italiani. Tuttavia, dopo la separazione da Alessandra, la ricerca di una nuova partner si è rivelata difficile. Nella mente di Filippo, il 2015 rappresentava un punto cruciale: dopo aver assistito ai Campionati italiani junior a Torino, il suo allenatore gli suggerì di cercare una nuova compagna. Fu in quel momento che decise di scegliere Rebecca, ignaro del fatto che anche lei lo avesse già scelto.
Il primo incontro e i successi iniziali
Rebecca Ghilardi, di Pedrengo e classe 1997, si avvicinò al pattinaggio con l’intenzione di esibirsi come solista. All’epoca, aveva solo 16 anni e nessuna esperienza nelle competizioni di coppia. Con un certo scetticismo, accettò di pattinare con Filippo, affermando che non avrebbe mai intrapreso questa strada. Tuttavia, i suoi dubbi svanirono rapidamente. Già al primo tentativo, la coppia conquistò la medaglia di bronzo al Lombardia Trophy e, un mese dopo, un altro bronzo alla Coppa internazionale di Nizza, segnando l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione.
Un legame indissolubile
Da quel momento, Filippo e Rebecca hanno condiviso un legame che va oltre il ghiaccio. Con tenacia e impegno, sono diventati una delle coppie più promettenti del pattinaggio artistico. «Da dieci anni pattiniamo insieme, mano nella mano», racconta Rebecca. «Ogni atleta ha una storia da raccontare, e noi speriamo di farlo con una medaglia alle prossime Olimpiadi». Il loro sogno è chiaro: Milano Cortina rappresenta l’apice della loro carriera.
Preparazione e allenamenti
Attualmente, i due atleti sono iscritti all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove partecipano al master “Comunicare lo sport”. Qui, sotto la guida di esperti come Matteo Artina, si approfondiscono le tecniche di allenamento e l’importanza della comunicazione nello sport. Artina sottolinea come il successo di un atleta dipenda anche dalla capacità di raccontare la propria storia. «La condizione fisica deve essere in perfetta armonia con l’allenamento tecnico», afferma. La relazione tra preparatore e atleti è essenziale: «Serve un dialogo costante per ottimizzare le performance», aggiunge.
Il valore del supporto
Entrambi fanno parte del Gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria, e Filippo ricorda con emozione il giuramento fatto nel 2025, un momento che ha rappresentato una grande soddisfazione personale. «Essere riconosciuti per il nostro lavoro è gratificante», sostiene. I due pattinatori si allenano presso IceLab a Bergamo e guardano con entusiasmo ai prossimi eventi, tra cui i Mondiali di pattinaggio artistico su ghiaccio a Praga.
«Se siamo contenti del nostro percorso, ci piacerebbe chiudere la nostra carriera olimpica a Milano», affermano in coro. Partecipare ai Giochi Olimpici nel proprio paese è un privilegio che molti atleti sognano. Filippo ricorda l’emozione provata durante le Olimpiadi di Torino nel 2006, quando seguiva i suoi idoli da bambino. Oggi, rappresentare l’Italia è un onore che alimenta ulteriormente la loro motivazione. «Siamo pronti a dare il massimo», concludono.