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Il documentario Il Grande Gioco (69′, 2025), realizzato da Off Topic e dal C.I.O. – Comitato Insostenibili Olimpiadi, esplora le problematiche legate ai Giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026. Questo film offre una nuova prospettiva, dando voce a comitati e cittadini che esprimono dubbi e preoccupazioni riguardo a un evento sportivo che si trasforma in un enorme affare commerciale, caratterizzato da ingenti investimenti in infrastrutture e progetti edilizi.
Uno degli esempi discussi nel film è la nuova pista da bob a Cortina d’Ampezzo, un’opera costosa che suscita interrogativi sulla sua reale utilità, considerando che le risorse potrebbero essere destinate a servizi locali essenziali per la comunità, come il trasporto pubblico e le strutture sportive.
Struttura del documentario e temi affrontati
Il film è articolato in tre atti, o round, ognuno dei quali affronta temi specifici e significativi. Il primo atto si apre a Milano, nel tratto che collega lo Scalo Romana al quartiere Corvetto. Qui, si evidenzia una battaglia sociale in atto, dove si confrontano progetti residenziali lussuosi e spinte speculative che mirano a trasformare il tessuto urbano, allontanando gli storici abitanti.
In questo contesto, il film invita a riflettere su come le Olimpiadi possano influenzare la demografia cittadina e il benessere delle comunità locali. La narrazione di Luciano Tozzi, esperta di politiche urbane, guida gli spettatori in un anti-tour che svela le contraddizioni e le tensioni generate da tali eventi.
Lo sport come strumento di inclusione
Il secondo atto si concentra sull’importanza dello sport come mezzo per riappropriarsi della città. Qui, si presenta un’idea di sport popolare e inclusivo, capace di contrastare le logiche di privatizzazione che caratterizzano le Olimpiadi. Viene sottolineato come il vero valore dello sport possa risiedere nella sua accessibilità e nella capacità di unire le persone, piuttosto che nel profitto economico.
La privatizzazione dello sport
Questo segmento del film offre uno spaccato delle dinamiche in atto, mostrando come l’approccio commerciale stia lentamente erodendo il significato originario dello sport, trasformandolo in un prodotto da consumare piuttosto che in un’attività comunitaria.
Verso una montagna più sostenibile
Il terzo e ultimo atto del documentario si sposta verso le aree montane, dove gli attivisti del C.I.O. si battono per preservare il paesaggio naturale e contrastare lo sviluppo eccessivo e invasivo. Qui, si fa riferimento al passato, con gli impianti abbandonati delle Olimpiadi di Torino 2006, che servono da monito per il futuro di Milano Cortina 2026.
La voce di Marco Albino Ferrari, autore e esperto di montagna, guida attraverso una riflessione profonda su come sia possibile restituire alla montagna il suo splendore originario e, allo stesso tempo, immaginare un futuro sostenibile per tutti.
Il documentario, nato come progetto collettivo all’interno del C.I.O., è il risultato di un lavoro di circa due anni, completamente autofinanziato e realizzato da un team di filmmaker, studiosi e studenti. Ora, il film è pronto per essere presentato al pubblico, e gli autori sono disponibili per organizzare proiezioni contattando l’indirizzo email [email protected] o compilando un modulo online.